Il Brunello di Montalcino è un vino ad origine e denominazione controllata, prodotto quindi esclusivamente nell’omonimo territorio. Famoso in tutto il mondo, ha portato l’Italia tra i massimi produttori di vini di alta qualità. Ma come nasce un vino così pregiato? Ecco la sua storia.



Brunello di Montalcino: storia di un vino pregiato


Il Brunello di Montalcino nasce dall’estro e dalla passione di Clemente Santi che nel 1820 sintetizzò il vitigno del Sangiovese Grosso. Il Sangiovese grosso è una tipologia di uva a pasta nera il cui acino è caratterizzato da una buccia più spessa rispetto alle altre tipologie di uva. L’acino, che si presenta nero e globoso, si contraddistingue per la sua capacità di mantenere profumi e aromi del territorio di coltivazione. La prima bottiglia di Brunello di Montalcino venne presentata dalla famiglia Biondi Santi alla fiera di paese, nel 1865, destando subito la curiosità di una cerchia ristretta di intenditori. Il 1865 è definita infatti come l’annualità di nascita del Brunello. Grazie alla sua produzione, Santi vinse all’epoca diversi premi a Firenze, Londra e Parigi.

Produzione


Il Brunello di Montalcino oggi viene prodotto esclusivamente dai vigneti di Montalcino. Questi contano circa 24000 ettari. I vitigni vengono coltivati tra le valli delimitate dai fiumi Orcia, Asso e Ombrone che conferiscono aromi e profumi tipici a questa varietà di vino. Questa tipologia di uva cresce in un territorio dal clima secco e pressoché mite che gli permette una maturazione lenta e graduale degli acini. Tutto questo grazie al clima tipicamente Mediterraneo del territorio toscano. La vendemmia inizia a fine agosto e si protrae fino ad ottobre.

Produzione Brunello di Montalcino

Il vino


Il Brunello di Montalcino è un vino rosso, dal colore limpido e presenta importanti note di sottobosco sia nel profumo che nel gusto. Di diversa gradazione a seconda della tipologia di vino, deve essere servito ad una temperatura che varia generalmente tra i 18 e i 22 gradi. Questo vino sopporta lunghi anni di invecchiamento prestandosi così ad essere un vino di alta qualità. L’invecchiamento in bottiglia può andare dai 10 ai 30 anni, e deve avvenire però rigorosamente in un luogo fresco, privo di luce, rumori e odori a bottiglia coricata. Più una bottiglia è di annata più risulta costosa.

Degustazione e abbinamenti


Per degustare al meglio il Brunello di Montalcino consigliamo sempre di berlo in un calice di cristallo dal bordo ampio, detto a tulipano, così da esaltarne il gusto e gli aromi. Il vino dopo esser stato decantato apparirà di un bel colore rosso intenso, con sfumature aranciate che variano a seconda dell’annata. Più un vino e corposo più vedrete al bordo del bicchiere le cosiddette arcate di viscosità, che vi daranno anche un’idea del grado alcolico del vino che state degustando. Al momento dell’assaggio, i palati più sensibili saranno in grado di distinguere i profumi del sottobosco, dal lieve sentore di confettura alle note date dalle botti utilizzate per l’invecchiamento. I frutti di bosco giocano un ruolo importante nel gusto e nel profumo di questo vino. Il Brunello di Montalcino è un vino che si sposa perfettamente con piatti strutturati nei quali sono presenti carne rossa o selvaggina. Funghi e tartufo sono altresì un ottimo abbinamento in quanto il sottobosco è un elemento ricorrente.

Recentemente la coltivazione dei vitigni di Sangiovese sta prendendo piede anche in Argentina e California, si tratta comunque di vini non assolutamente paragonabili con quello che abbiamo citato nell’articolo. L’eredità di Santi è il Sangiovese Grosso, un dono inestimabile che tutti, almeno una volta, abbiamo assaggiato e gustato insieme ad ottime prelibatezze. Una storia lunga oltre 170 anni che accompagnerà anche in un futuro generazioni e generazioni di amanti del vino e intenditori.